Olympus OM-D, vintage digitale: primo contatto
13.03.2012 16:38di Roberto Colombo, pubblicato il 12 Marzo 2012
Non solo un restyling vintage delle sue PEN: per la sua nuova OM-D E-M5 Olympus ha creato una nuova posizione in gamma: dalle immagini l'avevo catalogata come un semplice esercizio di stile vintage in salsa PEN, ma il primo contatto dal vivo con Olympus OM-D E-M5 mi ha visto cambiare nettamente idea.”
Non solo un esercizio di stile vintage in salsa PEN
Dalle immagini l'avevo catalogata come un semplice esercizio di stile vintage in salsa PEN, ma il primo contatto dal vivo con Olympus OM-D E-M5 mi ha visto cambiare nettamente idea. Più piccola e leggera di quanto mi aspettassi la nuova Compact System Camera di casa Olympus è più di un semplice richiamo vintage alla tradizone reflex del produttore giapponese, ma può rappresentare un interessante ponte per lo sbarco in digitale di tutti gli appassionati che in soffitta hanno archiviato il loro sistema analogico Olympus OM.
Le dimensioni della nuova mirrorless Olympus sono perfette per accompagnare i vecchi obiettivi OM, montabili tramite l'apposito adattatore e utilizzabili con messa a fuoco manuale, ma con i semiautomatismi come la priorità di diaframmi. Il mirino elettronico è sufficientemente grande, luminoso e ben definito da permettere una messa a fuoco manuale abbastanza precisa, con la possibilità poi di ingrandire con il tocco di un tasto l'area di fuoco selezionata e optare per una regolazione più precisa.
Ho provato la macchina in accoppiata a un'ottica Zuiko 50mm f/1.8 del vecchio sistema Olympus OM e la sensazione è stata quella di fare un tuffo nel passato, ma con tutte le opportunità messe a disposizione dalla fotografia digitale. Il corpo in metallo della macchina si associa bene anche a livello tattile con i vecchi obiettivi reflex, ma anche coi nuovi Micro Zuiko di qualità, come ad esempio il 12mm f/2.0 con cui abbiamo eseguito qualche scatto.
Un piede in due scarpe (comode)
Solitamente la locuzione 'avere un piede in due scarpe' è utilizzata con accezione negativa, in questo caso le due scarpe (il mondo digitale e la tradizione fotografica) sono calzabili comodamente nello stesso istante, unendo buona parte dei vantaggi. Le ottiche Zuiko per il sistema Olympus OM avevano guadagnato tra gli appassionati di fotografia una buona fama grazie alla le loro dimensioni contenute, alla leggerezza, alla buona qualità e alla interessante luminosità di alcuni esemplari. Ora, molto più che in passato con le PEN, il parco ottiche OM diventa facilmente traghettabile al digitale.
Ci sono tanti piccoli particolari ben riusciti su questa nuova macchina: uno di quelli che avevo decisamente sottovalutato leggendo il comunicato stampa al momento del lancio è la presenza tra gli accessori dell'impugnatura verticale: una volta montata dà alla macchina un'ergonomia inaspettata, sia nell'uso in orizzontale, sia nello scatto in verticale. L'ergonomia è buona soprattutto nell'uso della macchina con il mirino elettronico. Quest'ultimo é dotato di sensore di prossimità e passa automaticamente dalla visione live view a display a quella nel mirino quando si avvicina l'occho all'oculare. L'impugnatura replica il pulsante di scatto, la ghiera di regolazione e due pulsanti Fn, uno ad esempio assegnabile al blocco dell'esposizione.
La macchina è dotata di molti pulsanti funzione, sulle prime fin quasi troppi. Una volta che si ha però preso confidenza con i comandi la nuova Olympus OM-D diventa una macchina molto flessibile. Ad esempio con la pressione di uno dei tasti è possibile accedere alla regolazione rapida delle curve, per ottenere il massimo risultato già in formato JPEG rendendo meno necessario il passaggio di post-produzione dei RAW.
Un sistema completo
Se uno dei difetti dei primi anni di presenza sul mercato delle New System Camera (nome con cui si è scelto di identificare le mirrorless) era rappresentato dalla poca scelta di ottiche messa a disposizione dei produttori, in questi ultimi tempi il panorama è cambiato. Non solo i produttori hanno ampliato molto il loro catalogo, ma il mercato comincia a vedere l'ingresso di ottiche di terze parti. Giocano poi un ruolo importante gli adattatori per utilizzare vecchie ottiche sui corpi mirrorless digitali, anche in virtù del loro ridotto tiraggio, che permette l'adattamento di un numero davvero elevato di ottiche.
Con OM-D Olympus dovrebbe finalmente puntare molto anche sull'adattatore per ottiche OM che abbiamo utilizzato nel nostro breve contatto. Polyphoto, l'importatore e distributore per l'italia ci ha assicurato che il numero di pezzi ordinato andrà finalmente a soddifare le esigenze di chi vuole i diversi adattatori, diversamente dagli anni scorsi quanto il numero di essi sul mercato era abbastanza limitato.
Tramite adattatore è possibile utilizzare (in questo caso con tutti gli automatismi, anche nella messa a fuoco) le ottiche del sistema reflex Quattro Terzi. Durante il breve contatto con la nuova OM-D E-M5 ho avuto modo di utilizzare il corpo in accoppiata all'ottica Quattro Terzi 150mm F2, un vero e proprio piccolo 'cannone' dalla focale equivalente di 300mm. Anche grazie all'impugnatura verticale il grosso barilotto dell'obiettivo non stona a confronto con il corpo macchina e anche dal punto di vista ergonomico non fa segnalare grossi problemi.
Olympus OM-D E-M5 con ottica ZUIKO DIGITAL ED 150 mm 1:2.0
Essendo un'ottica nata per lavorare coi i sistemi di messa a fuoco a rilevazione di fase non offre le stesse prestazioni degli obiettivi di ultima generazione nati per equipaggiare le mirrorless Olympus con sistema FAST AF ( (Frequency Acceleration Sensor Technology) e ottimizzati quindi per la messa a fuoco basata sul contrasto: qualche errore di troppo nella messa a fuoco ha inficiato quella che a livello qualitativo ed ergonomico rappresenta un'accoppiata decisamente riuscita.
fonte: https://www.fotografidigitali.it/articoli/3167/olympus-om-d-vintage-digitale-primo-contatto_5.html
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